giovedì 13 gennaio 2011

Provincia di Elsinore.




"E’ la contorsione congenita di molte norme,
l’approssimazione della loro applicazione
da parte di numerosi ancorché impreparati burocrati
che spinge lo zoccolo duro degli italiani a rassegnarsi
e fare a modo proprio,
o è proprio il modo degli italiani a far sì
che molte norme siano geneticamente contorte ,
che innumerevoli burocrati siano impunemente impreparati
e quindi naturalmente inclini all’approssimazione in quasiasi applicazione?

Se sia più nobile subire nell’animo eccetera eccetera."

mercoledì 12 gennaio 2011

Il Colore dei Pensieri

I pensieri grigi calano come una tendina, leggera, trasparente, come una tarlatana o una zanzariera. E, piano piano, mentre fai altro, si prendono il tempo di diventare un muro.
I pensieri gialli sfrecciano, improvvisi, andando a illuminare angoli inattesi, come una torcia in cantina. E come una torcia in cantina, sorprendono sia te che il topo, che rosicchiava, ignorato, il legno degli scaffali.
I pensieri rossi si accendono, come uno zolfanello, strofinandosi. E ci mettono niente a provocare un’incendio. Oppure, eppure, riescono a pulsare a lungo, come una brace, sotto la cenere.
I pensieri blu sono silenziosi, parlano per immagini, senza commento. E riempiono il cuore la gola la mente e tutto il corpo, come un oceano riempie un acquario. Immobili.
I pensieri ocra puzzano. Danno fastidio a chi li pensa e si vergogna ma, non riesce o non vuole davvero abbandonarli. E danno fastidio a chi li subisce, perché nascono da un fegato invidioso e hanno l’alito cattivo, sempre.
I pensieri verdi, sono lineari e sinuosi, armonici e solidali, attivi e fattivi . C’è sempre la vita dentro ad un pensiero verde, senza bisogno di tante giustificazioni. E così sia.
I pensieri neri sono così ambivalenti che è impossibile parlarne. Perché sono per taluni un sollievo per altri una condanna. E in mezzo c’è un universo di sfumature. Nere.
I pensieri bianchi ce l’hanno solo i santi e non sono in questo consesso interessanti. Anzi, i pensieri bianchi sono assolutamente alieni al concetto di interesse, in un certo senso.
I pensieri viola, beh, come i pensieri rosa, i pensieri turchesi e quelli verde pavone – bellissimi, peraltro – sono versatili e volubili. Forse perché sono sempre di passaggio.
I pensieri arancio non esistono. E se esistono, sono perfetti così.

martedì 14 dicembre 2010

Oggi come oggi.




Perché parlare a sproposito? Ricordiamo il 14 dicembre 2010 con serena pacatezza.
E quando dovremo insegnare ai nostri figli il significato della parola "fiducia" rimuoviamo il ricordo di questa giornata.

venerdì 10 dicembre 2010

La Fata e le Tartarughe.

Io conosco una fata. Vabbé, ora non vuole più essere chiamata così ma, si sa, quando si ha l'indole gentile e magica, è difficile sfuggire al proprio destino o rinnegare il proprio passato. E così, comunque la vogliate chiamare voi, lei per me resta la Fata - dovrei aggiungere Carabina, ma questo potrebbe essere fuorviante, ancorché corretto - e non mi stupisco affatto delle magie che riesce a compiere. Anche se non rimango indifferente al valore della sua arma. Uno sente parlare di Fata e penserebbe alla bacchetta magica, poi sente aggiungere Carabina e, ça va sans dire, otre a Pennac pensa alla Beretta. Accocchiando un calembour, una volta, mi sono permesso di chiamarla "la mestrina dalla penna rossa", ma non ho ricevuto feedback, per cui presumo non abbia gradito, anche se per me era assolutamente un complimento.
Ma qui mi distraggo. Torniamo all'arma d'ordinanza della Fata. Ora, la penna era un buon indizio, anche se poi è la tastiera quella che la fa arrivare più lontano, ma stiamo ancora ciurlando nel manico e non vorrei che pensaste che si trattasse di una musicista. Anche se poi...(e scusate i puntini).
Veniamo al dunque: l'arma affilatissima e penetrante della Fata è, secondo me e qui mi faccio serio, la sua straboccante umanità. Il suo cuore gigantesco, pantagruelico, erculeo, che muove montagne e maometti con grazia e armonia.
Giacché il mio indulgere nel panegirico tende ad essere spesso verboso, sarà meglio che mi attenga ai fatti. Per cui vi rimando direttamente al sito di Riverbero che racconta con asciutta obiettività la bellezza dell'operazione Tartarughe. Alla quale mi onoro di aver partecipato - grazie all'invito della Fata e alla sua grande idea, il Collettivo Voci, un'altra incitazione alla condivisione e alla partecipazione di sensazioni e talenti.
E poi una così non vuole essere chiamata Fata.

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