domenica 31 luglio 2011

Imperturbabile

Imperturbabile si presentò all'ufficio reclami, fece la sua fila, ascoltando le pseudoconversazioni che si scambiavano gli altri reclamanti, annuendo giudiziosamente, fra sè e sè, a volte con un accenno di assenso verso il reclamante di turno, senza mai aprire bocca. Imperturbabile attese, senza mostrare di spazientirsi, quando qualcuno dei suoi predecessori si dilungava in specifiche divaganti e multiplamente articolate, snocciolate solo per il gusto di prendersi il proprio spazio su quel palcoscenico dell'autocommiserazione. Imperturbabile fu testimone di due black-out, dovuti al maltempo o, più probabilmente, al sovraccarico della rete, con conseguente tempo di riavvio dei sistemi e inesorabile sequela di commenti sarcastici del pubblico reclamante. Senza aprire bocca. Imperturbabile sopportò le pause cappuccino, con conseguente sigaretta e inevitabile sosta al bagno - lunga, sa com'è, la colite - delle due impiegate che si alternavano allo sportello. Imperturbabile attese, pazientò,senza scomporsi mai e, soprattutto, senza aprire bocca. Poi arrivo il suo turno.Imperturbabile si avvicino al bancone con passi misurati, attese con pazienza che l'impiegata di turno - dicaaa - alzasse gli occhi dalle unghie che stava limandosi con nonchalance, incrociò il suo sguardo e la fissò con rimprovero per due minuti buoni. Senza aprire bocca. Imperturbabile non prestò attenzione alle isteriche e incalzanti domande della donna né agli scherni degli altri reclamanti in attesa. Continuò a fissarla con rimprovero, senza lasciarsi distrarre dalla crescente bagarre in cui la situazione stava degenerando. La fissò, senza aprire bocca, finché intorno non si fece il silenzio. L'impiegata aveva incominciato a piangere sommessamente, sopraffatta dal senso di impotenza e di inutilità della propria funzione, o più probabilmente della propria vita. Imperturbabile fece un cenno di assenso cone la testa, un po' per confermare un po' per ringraziare, e se ne andò. Fra lo smarrimento generale qualcuno applaudì.
Anche un muto può manifestare con decisione il proprio scontento, se ha la pazienza e le palle di fare un passo avanti. E' un primo passo, ma quanto fa bene. A tutti.

mercoledì 13 luglio 2011

scato-logica

Mi sembra quasi pleonastico fare questa osservazione, tanto è ovvia e banale.
Ma è necessario, talvolta, ribadire il lapalissiano, affiché non passi inosservato o, peggio ancora, ci si abitui ad esso, ancorché deleterio:

quanno ciai la faccia come'r culo, è facile che dalla bocca t'escano solo stronzate.

Se ti piace concimare il mondo, vai a vivere in campagna.

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