lunedì 12 gennaio 2009
Parlare al muro.
Non vorrei farci un post scientifico: ne ho visti in giro già dimolti, meglio documentati del mio. E’ solo che lo spunto l’ho ricevuto questa mattina, da una laconica rima con ispirazione di politica economica internazionale, che ha subito aggiunto brio al mio lunedì:
Io me ne frego e scorreggio.
Tu schiavo degli USA e del petrolio greggio.
Mi dispiace di non averla fotografata ma stavo guidando e la scritta era nel mezzo di un rondò. Quindi mi dovrete credere sulla parola. Non è difficile, vista la quantità di sublimi aforismi , consigli salaci critiche feroci, dichiarazioni d’amore (!) o di odio che milioni di interlocutori murali lasciano incise in quello che diventa il quaderno aperto della memoria collettiva.
Mo’, visto che la scritta suddetta si trova ad Albano (Laziale, e come te sbaji), mi sono chiesto se l’estensore del graffito fosse uno dei sostenitori del tanto contrastato, costruendo, gassificatore che alimenta il sogno di indipendenza energetica dei Castelli Romani, facendo arricciare il naso alla maggioranza di cittadini preoccupati per l’impatto ambientale.
Nel qual caso, gli consiglierei di stare attento: qualche imprenditore privo di scrupoli potrebbe installargli un gasdotto in der posto, sottraendogli surrettiziamente il metano come, secondo Putin, ha fatto l’Ucraina con la Russia.
Comunque sia, voglio ancora ringraziare quel romantico musicofilo che, vent’anni orsono, regalò un’impennata di endorfine ad un mio grigio lunedì, con la sua poetica ricerca dell’anima gemella:
Cerco ragazza amante della musica
soprattutto di queste tre note: SI LA DO.
Quando parli con cognizione di causa, qualcuno che ti ascolta lo trovi sempre.
Anche dal muro.
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2 commenti:
Sono sempre stata a favore delle scritte sui muri, la città deve parlare, e se fa pure ridere, meglio.
L'ETTILO METRO ha vinto.
grande self confidence, questa è la qualità principe dei veri comunicatori: e l'etilista writer se la comanna!
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