venerdì 9 gennaio 2009

L'uomo piccolo. *

L’uomo piccolo aprì la porta ed entrò, lasciandosi alle spalle la luce, accecante, del sole. Era sulla cinquantina, un tipo snello, ordinario, con i capelli grigi, un po’stempiato. Chiuse la porta senza far rumore e attese un attimo, in piedi, che i suoi occhi si adattassero alla penombra dell’androne. Indossava un completo nero, con camicia bianca e cravatta nera. Il suo viso era pallido e asciutto, nonostante la giornata torrida. Quando le sue pupille ebbero avuto il tempo di rimettere a fuoco il tutto, si tolse il Panama e si incamminò verso l’ufficio, senza che le sue scarpe nere producessero il minino rumore sulla moquette del corridoio. Il becchino sollevo lo sguardo dalla sua scrivania e lo salutò.
“Buon pomeriggio,“
“Buon pomeriggio.” rispose con voce delicata l’uomo piccolo.
“Posso aiutarla in qualche modo?”
“Sì, certo.” rispose l’uomo piccolo.
Il becchino gli fece cenno di accomodarsi sulla poltrona di fronte alla sua scrivania.
“Prego.”
L’uomo piccolo si sedette sul bordo della poltrona, posandosi in grembo il Panama. E osservò il becchino, che estraeva un modulo prestampato da un cassetto.
“Allora, “ disse il becchino, prendendo una penna nera dal portapenne di onice. “Chi è il deceduto?” chiese con gentilezza.
“Mia moglie,”disse l’uomo piccolo.
Il becchino accennò un verso di compassione e aggiunse “Mi dispiace.”
“Grazie.” rispose l’uomo piccolo, guardandolo senza espressione.
“Come si chiama?” chiese il becchino.
“Marie” rispose a bassa voce l’uomo piccolo “Arnold.”
Il becchino scrisse il nome e chiese “Indirizzo?”
L’uomo piccolo glielo disse.
“Si trova lì, adesso?” chiese il becchino.
“Si trova lì.” disse l’uomo piccolo.
Il becchino annuì.
“Voglio che tutto sia perfetto” disse l’uomo piccolo “Voglio il meglio che avete.”
“Naturalmente.” disse il becchino “Naturalmente.”
“Il prezzo non è importante “ disse l’uomo piccolo. La sua gola si mosse appena, mentre deglutiva. “Nulla ha importanza. A parte questo.”
“Capisco.”
“Lei ha sempre avuto il meglio. Ci pensavo io.”
“Naturalmente.”
“Ci sarà tanta gente” disse l’uomo piccolo “Tutti le volevano bene. E’ così bella. Così giovane. Deve avere assolutamente il meglio. Mi ha capito?”
“Assolutamente” lo rassicurò il becchino “Sarà più che soddisfatto, signore, glielo garantisco.”
“E’ così bella “ disse l’uomo piccolo “Così giovane.”
“Non lo metto in dubbio.” disse il becchino.
L’uomo piccolo rimaneva seduto senza muoversi, mentre il becchino gli faceva le domande. La sua voce non variava mai di tono. E sbatteva le palpebre così di rado che il becchino non riuscì a vederglielo fare nemmeno un volta.
Quando il modulo fu completato, l’uomo piccolo si alzò e lo firmò. Il becchino si alzò e fece il giro della scrivania. “Le garantisco che sarà soddisfatto.” disse porgendogli la mano.
L’uomo piccolo la strinse per un attimo. Il suo palmo era fresco e asciutto.
“Saremo a casa Sua entro un’ora.” disse il becchino.
“Bene.” disse l’uomo piccolo.
Il becchino camminò al suo fianco, lungo il corridoio.
“Voglio che tutto sia perfetto per lei. “disse l’uomo piccolo “Soltanto cose di prima scelta.”
“Sarà tutto esattamente come Lei desidera.”
“Merita solo il meglio.” disse l’uomo piccolo con lo sgardo fisso davanti a sè. “E’ così bella. Tutti le volevano bene, tutti. E’ così giovane e bella.”
“Quando è morta?” chiese il becchino.
L’uomo piccolo sembrò non aver sentito. Aprì la porta e tornò alla luce abbagliante del sole, indossando il suo Panama. Era quasi arrivato alla macchina quando rispose, con un leggerissimo sorriso sulle labbra.
“Appena arrivo a casa.”


The Near Departed – Richard Matheson

Ho scoperto che l'autore di "Io sono leggenda", diventato famoso ora che Will Re Mida Smith l'ha toccato, ha scritto diversi raccontini, come quello qui sopra che ho tradotto per mio diletto, che sono diventati episodi della mitica serie "Ai confini della realtà". A breve, quando m'avanza un po' di tempo, ne posterò un altro di cui ancora ricordo con terrore la trasposizione filmica, con l'inquietante Karen Black, risalente alla fine degli anni '70.
E' sempre meglio prepararsi all'orrore che farsi cogliere di sorpresa. O no?

* p.s. ogni riferimento ad altri uomini piccoli è assolutamente involontario; non mi risulta che Matheson segua la politica italiana.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

matheson grandissimo iè.

e il libro è molto più bello, della pur bella pellicula.

rep38

vix ha detto...

oh, bella pe' tte, angelo!
ovviamente concoddo.

mo' me devo mette' a tradurre The Prey...mi ricordo ancora che quando l'abbiamo visto, io e le mie sorelle ci guardavamo in giro per tutta casa, aspettandoci il feticcio assatanato sotto tutti i letti!!!

fatacarabina ha detto...

conosci l'orrore e il dolore, per far in modo che non torni?
Mi sa che sei più intelligente di me :-D

randomante ha detto...

fa piacere che ti sia piaciuta quella sulla Iervolino :D

vix ha detto...

@ fatacarabina: grazie dell'ipotesi suggestiva, ma te la smonto subito: non ho capito proprio a cosa ti riferisci :-(

@ randomante: ammazza se faceva ride'!!!

Anonimo ha detto...

traduci traduci... che noi si legge con piacere
:)

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