martedì 14 dicembre 2010

Oggi come oggi.




Perché parlare a sproposito? Ricordiamo il 14 dicembre 2010 con serena pacatezza.
E quando dovremo insegnare ai nostri figli il significato della parola "fiducia" rimuoviamo il ricordo di questa giornata.

venerdì 10 dicembre 2010

La Fata e le Tartarughe.

Io conosco una fata. Vabbé, ora non vuole più essere chiamata così ma, si sa, quando si ha l'indole gentile e magica, è difficile sfuggire al proprio destino o rinnegare il proprio passato. E così, comunque la vogliate chiamare voi, lei per me resta la Fata - dovrei aggiungere Carabina, ma questo potrebbe essere fuorviante, ancorché corretto - e non mi stupisco affatto delle magie che riesce a compiere. Anche se non rimango indifferente al valore della sua arma. Uno sente parlare di Fata e penserebbe alla bacchetta magica, poi sente aggiungere Carabina e, ça va sans dire, otre a Pennac pensa alla Beretta. Accocchiando un calembour, una volta, mi sono permesso di chiamarla "la mestrina dalla penna rossa", ma non ho ricevuto feedback, per cui presumo non abbia gradito, anche se per me era assolutamente un complimento.
Ma qui mi distraggo. Torniamo all'arma d'ordinanza della Fata. Ora, la penna era un buon indizio, anche se poi è la tastiera quella che la fa arrivare più lontano, ma stiamo ancora ciurlando nel manico e non vorrei che pensaste che si trattasse di una musicista. Anche se poi...(e scusate i puntini).
Veniamo al dunque: l'arma affilatissima e penetrante della Fata è, secondo me e qui mi faccio serio, la sua straboccante umanità. Il suo cuore gigantesco, pantagruelico, erculeo, che muove montagne e maometti con grazia e armonia.
Giacché il mio indulgere nel panegirico tende ad essere spesso verboso, sarà meglio che mi attenga ai fatti. Per cui vi rimando direttamente al sito di Riverbero che racconta con asciutta obiettività la bellezza dell'operazione Tartarughe. Alla quale mi onoro di aver partecipato - grazie all'invito della Fata e alla sua grande idea, il Collettivo Voci, un'altra incitazione alla condivisione e alla partecipazione di sensazioni e talenti.
E poi una così non vuole essere chiamata Fata.

giovedì 9 dicembre 2010

Dog Breath, in the Year of the Plague.




Please, hear my plea!

Cucuroo carucha (chevy 39)
Going to el monte legion stadium
Pick up on my weesa (she is so divine)
Helps me stealing hub caps
Wasted all the time

Fuzzy dice
Bongos in the back
My ship of love is
Ready to attack

Primer mi carucha (chevy 39)
Going to el monte legion stadium
Pick up on my weesa (she is so divine)
Helps me stealing hub caps
Wasted all the time

Fuzzy dice
Bongos in the back
My ship of love
Ready to attack
Wont you please hear my plea

Primer mi carucha (chevy 39)
Going to el monte legion stadium
Pick up on my weesa (she is so divine)
Helps me stealing hub caps
Wasted all the time

Fuzzy dice
Bongos in the back
My ship of love
Ready to attack


Mi dispiace di non aver onorato il 4 dicembre con un post puntuale.
(He succumbed to the disease seven months later, and died in his home on 4 December 1993, Los Angeles, California)

Ricordo bene il grande dispiacere di quella notizia, arrivando in ufficio dopo un week end celestiale, che mi trasportò in un'atmosfera di triste celebrazione. Tornato a casa, quella sera la trascorsi registrando una compilation su cassetta - audio, sì, c'erano ancora - dei miei pezzi preferiti, bevendo in suo onore Porto bianco con succo di limone e scrivendo, probabilmente, pensierini tristi su un quaderno.
Diciassette anni dopo, preferisco ricordare quella data con uno dei suoi più influenti capolavori, il doppio concept album Uncle Meat del 1969, da cui ho scelto uno dei brani che mi piace di più canticchiare. Anche se quest'altro mi renderebbe più popolare. Soprattutto con le signore.



Arrivederci Frank.

venerdì 3 dicembre 2010

Catarsi o trattenersi?



Trattenersi non è sempre una scelta salutare.
Trattenersi non è sempre una scelta.
Certo, impugnare un machete e potare gli arti del vicino che continua a cogliere le pere dal tuo albero che sorge vicino al confine comune, invadendo però la tua proprietà, non è una scelta saggia e urbana. Ma evitare persino di esternargli direttamente la tua contrarietà per il suo abuso è altrettanto pericoloso. Tutto quello che tratteniamo, soprattutto le emozioni spiacevoli causate dal comportamento di qualcuno, generalmente crea distacco fra noi e chi provoca dette emozioni. Così il vicino diventa lontano, ma all'inizio solo dentro di noi. E questo genera equivoci, come minimo. Il vicino non capirebbe perché non lo saluti più e comincerebbe a fare altrettanto, provvedendo altresì a diffondere nel vicinato il sospetto che tu sia un maleducato, un asociale, un ombroso, uno che se la tira (in molti sensi), o peggio ancora, uno che ha qualcosa da nascondere. E non avrebbe tutti i torti: il risentimento che nascondi continuerebbe a crescere sotto la superficie, generando un iceberg che, inevitabilmente, andrebbe a cozzare contro qualche innocente Titanic di passaggio, provocando un naufragio epico e, quello che è ancora peggio, spropositato rispetto all’evento scatenante. Tu arrivi in ufficio ammusato, rimuginando, come ogni giorno da mesi, sull’insopportabile faccia tosta di quello stronzo di vicino e non ti accorgi che la centralinista che assomiglia a Jessica Alba, e ti sta inspiegabilmente facendo gli occhi dolci da settimane, sfoggia una scollatura abissale su una quarta abbondante. Vuoi che non si urti per la tua ostentata – o ostinata, fai tu – indifferenza, e che poi non vada a dire in giro che tu, con rispetto parlando, “lo spizzichi”? Nessun problema, intendiamoci, se non fosse che sei area manager per una linea di prodotti che fa dell’esuberanza eterosessuale un pilastro dell'immagine aziendale. E così, di colpo, ti ritrovi cornuto e mazziato dal tuo insalubre intrattenerti in pensieri torbidi, trattenendo il limpido corso delle azioni. Che avrebbe dovuto essere, a rigor di logica, rimbrottare a brutto muso il vicino per le pere che ti sottrae, invece che ignorare con cipiglio le pere che la centralinista ti porge su un piatto d’argento. Chi cazzo ti credi di essere, Breppìtt?
D’altra parte, trattenersi talvolta non è assolutamente una scelta.
Immagina di essere afflitto da un temporaneo virus intestinale.
Sei autonomamente in grado di capire che, in tal caso, la distanza fra te e gli altri si creerebbe proprio se non ti trattenessi dall’esprimere nella maniera più soddisfacente quello che ti ribolle dentro. Appare evidente che tale evenienza non prevede alcun ipotetico responsabile esterno a cui imputare questo tuo malessere.
La differenza è tutta qui, ma non è da poco.
Se, per così dire, il tuo “mal di pancia” è causato da un torto subito, non c'è cura migliore di una bella catarsi con il diretto interessato.
Nell’altro caso, invece, il diretto interessato sei tu stesso.
La cura migliore non è mai, e lo sottolineo, quella di farsi una catarsi addosso.
Soprattutto davanti a testimoni.

mercoledì 1 dicembre 2010

No No No



Prima ascolta questo pezzo, modernissimo, eppure di 42 anni suonati (alla grande). Sono solo due minuti e sedici secondi.
Poi guarda quanta roba ci ha messo dentro Frankie.
Eppure è leggero, agile e frizzante.
Mozart gli avrebbe fatto i complimenti.
Ah, il disco è Cruising with Ruben and the Jets, il terzo album pubblicato dal maestro nel '68.
Non il terzo in assoluto - bada - no no no, è il terzo che Frank ha pubblicato solo in quell'anno*.
E qui, forse, Mozart avrebbe rosicato.

No No No

Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo
No no no no no no no-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
Makes me cry to see you go-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
No no no no no no no-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
Makes me cry to see you go-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo
Left me here to cry alone
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
With a bottle of juice & a pork chop bone
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
No no no no no no no-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
Makes me cry to see you go-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo
Gave my money all to you-oo
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
You took my watch and pawned it too-oo
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
Three gold teeth and one glass eye
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
You didn't have the nerve to say goodbye
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo
You know you treat me funky baby
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
And some day you'll have to pay
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
I ain't such a fool that I would let you go
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
And treat me this way
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
No no no no no no no-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
I ain't going to let you go-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo
Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
(You know you treat me funky, baby)
No no no no no no no-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
(And some day you'll have to pay)
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
(I ain't such a fool that I would let you go)
I ain't going to let you go-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
(And treat me this way)
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
(You know you treat me funky, baby)
No no no no no no no-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
(You know you treat me funky, baby)
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
(You know you treat me funky, baby)
I ain't going to let you go-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
(You know you treat me funky, baby)
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
(You know you treat me funky, baby)
No no no no no no no-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
(You know you treat me funky, baby)
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
(You know you treat me funky, baby)
I ain't going to let you go-o-o-oo-oh
(Boppa dooayyydoo Boppa dooayyydoo)
(You know you treat me funky, baby)


* "Cruising With Ruben & The Jets" è , secondo la cronologia ufficiale il quinto album della colossale discografia del beneamato. Qui un inchino ci starebbe bene, non fare complimenti.

Grazie, Mario. 1

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