giovedì 23 luglio 2009

TEMA. L’attenzione, questa sconosciuta.


Svolgimento.
Alcuni recenti accadimenti della mia vita – cancello di default gli aggettivi, perché sarebbero banali e ridondanti, ognuno cià i problemi suoi - mi hanno portato a riflettere sull’attenzione. Epperò (questo ‘a pr’essoressa me lo segna rosso) siccome che ciò da fa’ (questo mi costa tre segnacci blu e tre voti in meno), ho pensato di copiare il tema. Speriamo che non se ne accorghi…

Vi racconto un episodio di ieri. Sono praticamente scappata dall'ufficio perché qui si rischia sempre di rimanere incastrati fino a tarda sera.

Arrivata al "timbro", mi sono accorta di non avere il badge aziendale. Non potevo tornare indietro a controllare in ufficio perché rischiavo di perdere la navetta.

Finalmente a bordo del mezzo sociale, ho praticamente rovesciato tutto il contenuto della borsa sul sedile, ma non ho trovato il badge.

A quel punto, mi sono scollegata, mi sono messa a leggere il romanzo che avevo con me ("Una buona scuola" di Richard Yates, l'autore di "Revolutionary Road").

Scesa dal pullman, sono andata alla metro. Appena entrata in metro, rovistando per cercare la tessera metrebus, che non trovavo, mi sono accorta di non avere più il portafoglio che avevo lasciato sul pullman quando avevo rovesciato il contenuto della borsa per cercare il badge aziendale.

A questo punto, è iniziato il mio inseguimento del mezzo sociale. Visto che fa diverse fermate, speravo di beccarlo da qualche parte.

Alla fine, tramite un collega in ufficio, sono riuscita a rintracciare il conducente telefonicamente che, per fortuna, aveva ritrovato il portafoglio e me l'ha riportato a San Giovanni, ultima tappa della mia rincorsa.

Il tesserino aziendale però, a tutt'oggi, risulta sparito.

Questa è, generalmente, la mia giornata tipo. Il mio livello di attenzione diminuisce sempre di più. Colpa della noia? Perché io mi annoio ma, allo stesso tempo, non ho un minuto di tempo.

La mia mente è affollata da mille pensieri inutili…


Scherzi a parte, mi riconosco molto in queste forme di nevrosi/distrazione. Anch'io sono tormentato dall'improvvisa sparizione di oggetti "chiave" (chiavi vere e proprie, portafogli, badge, sigarette) in momenti topici. Anch'io mi rimprovero di intrattenere/mi con numerosissimi pensieri inutili. Sicuramente perché voglio evadere da qualcosa, generalmente i pensieri di necessità, di responsabilità o di adultità (ora forse pure di vecchiaia...). Anche dalla noia. Credo che ognuno di noi faccia – più o meno consapevolmente - una selezione delle cose cui prestare, momento per momento, attenzione; e prestare mi sembra un termine quanto mai azzeccato, perché non è qualcosa che diamo mai a titolo definitivo (per fortuna). A me, per esempio, la distrazione dal presente – quindi la fuga dell’attenzione verso un’altra destinazione spazio temporale - mi abbassa l'udito. O meglio, alza dei filtri di decibel che fanno sì che spesso gli altri debbano ripetermi le cose. Io non rispondo mai alla prima domanda, a meno che non si tratti dei quiz alla TV, non perché sono sordo, ma perché la mia attenzione è altrove. Continuando a pensarci, per associazione di idee – attenzione, presenza, azione - sono andato a googlarmi qualcosa sul wu wei, il non-fare taoista. Che non è passività, ma un agire nel flusso, in risposta e non in reazione agli avvenimenti esterni. Soprattutto non considerandosi autori - qui è l'ego ad essere coinvolto, è lui che richiede la maggiore attenzione - ma solo attori. Se presti attenzione in modo totale alla vita e alle cose, fluisci nel corso dell'azione senza ostacolarla, come quando la tua attenzione è troppo rivolta ai giochi dell’identificazione del sé, né esserne travolto, come quando la tua attenzione è resa ondivaga dai giochi della mente.

Ora, se avete fatto attenzione, dovreste sapermi dire quante volte ho usato questa benedetta parola in questo post.
Ntz ntz, seeenza contaaare!


PS. Un ringraziamento speciale ad un’ignota- ma non ignara- contributrice, che mi ha passato parte del compito.

6 commenti:

fatacarabina ha detto...

3?

vix ha detto...

3?

che vor dì?

Anonimo ha detto...

Pedo (o sono convinta di aver perso) cose in continuazione. Perdo pure la pazienza e l'attenzione e non so dire quante volte hai usato quella parola.
A proposito... Quale parola?
:)

Anonimo ha detto...

hai perso anche la "r".
sì, giusto quale parola?
l'ho persa?

Angelo Simone ha detto...

la vita è alternanza. positivo e negativo. 1 o 0. senza disattenzione non potrebbe concretizzarsi l'attenzione.

un saggio tennista, copy per hobby.

vix ha detto...

@ tutti i gentili commentatori e squisite commentatrici auguro delle buone vacanze. grazie dell'attenzione, chiaramente;-)
un abbraccio, ci rileggiamo fra un po'.
il vostro

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