giovedì 29 luglio 2010

Rondò Romano



Quando, una vita fa (1983), mi avventurai per il mio primo viaggio all'estero in macchina e attraversai con un amico la Francia, dal sud al nord, evitando come la peste le autostrade per via del risicatissimo budget, fui sorpreso di trovare che la maggior parte degli incroci erano sostituiti da queste rotatorie, che, solo da qualche anno, sono diventate un elemento abbastanza costante del nostro paesaggio. E che, con spirito per niente sciovinista, anche noi chiamiamo rondò. Trovai, all'epoca, che fosse un'idea intelligente per snellire il traffico, ma pensai che fosse applicabile in Francia per via del senso civico dei francesi, un pelo più sviluppato del nostro. Infatti, mentre loro - les gauloises - si accodavano disciplinatamente in fila indiana al semaforo, noios, modestamont, approfittavamo della mezza corsia rimasta libera per guadagnare la pole position, scavalcando anche tanticchia di linea di mezzeria, en passant. Devo dire che i fatti non mi hanno dato ragione: i rondò stanno snellendo il traffico anche da noi, che, con la nostra insopprimibile individualità, riusciamo comunque ad arrangiarci per rimanere vivi. Questo non ci impedisce di esprimere le nostre personalissime interpretazioni di alcuni spartiti, come il diritto di precedenza, per esempio. Infatti, stamattina, mentre attraversavo uno dei miei consueti rondò, ho ammirato un virtuoso del "tanto jaa faccio" sprintare dalla sua corsia per attraversare proprio davanti a moi, che, ça va sens dire, avevo la precedenza. Senza alcun indugio e senza un'oncia di rancore, mi sono anch'io prodotto in un'estemporanea interpretazione di un altro classico italiano, che ha il suo massimo cantore nel compianto Mario Brega, l'intramontabile "A grandissimo cornuto!".
Per questo il nostro corredo genetico è chiamato, a ragione, "patrimonio": perché ci regala quotidianamente queste gioie inestimabili.

7 commenti:

LaCò ha detto...

Andrew sostiene che i roundabout (adoro, a volte, l'inglese)siano contrari al nostro DNA. Un po' come i neri che sono meno portati per il nuoto.

Il dialogo fra conducenti d'auto lungo le strade di Roma è uno dei motivi, o forse proprio il motivo principale, per cui non potrei mai vivere altrove.

"Aoh te sbrighi co 'sa manovra?! Me 'stà a scadé er bollo!"

Aplaudo inchinandomi.

vix ha detto...

"Aoh te sbrighi co 'sa manovra?! Me 'stà a scadé er bollo!" :DDDD

ecco, Co', questo è un esempio adamantino della natura squisitamente iperbolica dell'ironia (avevo scritto sarcasmo...) romana/esca.

mi permetto di osservare che la tua affermazione precedente, riguardo al motivo principale della tua permanenza qui, ne sia fortemente contaminato;-)

LaCò ha detto...

Davanti all'iperbolica natura dell'ironia romana/esca non faccio resistenza alcuna, anzi lascio che essa tutta mi pervada.

Felipegonzales ha detto...

Vous n'avez pas la priorite'. Noi siamo arrivati molto dopo.

vix ha detto...

Ciao Felipe,
A che ti riferisci? E "noi" chi sarebbero?

Anonimo ha detto...

Io non discuto dell'arguzia romanesca.....
ma devo dire che le tecniche guidatorie romanesche
mi pesano sempre di più......

sarà anche vero che i girarelli alla francese snelliscono il traffico
ma come vengono realizzati in italia sono troppo veloci, e diventano una corsia di sorpasso con tagliamento della strada.
In Francia me li ricordo preceduti da una chicane
in modo che non si possa arrivare alla rotonda a più di 40 all'ora

alb

vix ha detto...

esattamente quello che ho riscontrato io, alb. non sono per noi. o meglio non sono per la maggioranza di furbetti che popolano le nostre strade.

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