mercoledì 2 settembre 2009

Momenti mistici


Sono dei momenti inattesi, che ti accarezzano alla sprovvista, con meraviglia. Come svegliarsi all’alba e sentirsi invitati ad uscire fuori, nella natura, con la natura. E trovare subito, come guidato dall’istinto, una stradina bianca, lontana dalle case, circondata solo dalla macchia profumata della Sardegna e da una cortina di canne che protegge un rio da sguardi predatori. I passi, ancorché stentati e affannati, senza pratica, riescono persino ad avere un ritmo armonioso, sulla terra battuta. Tanto che una volpe, piccola, uscita dalla macchia, solleva curiosa la testa verso di te, che aggiungi una nuova vibrazione al suo paesaggio sensoriale. E non scappa subito, no, resta un attimo a guardarti prima di infilarsi di nuovo tra i cespugli. Sono momenti come questi, sono queste epifanie, a farti alzare la testa. E lì, allora, nel cielo ancora grigio pallido, vedi la luna piena affacciata sul mare, calmo, proprio davanti a te. La meraviglia, in questi momenti, raggiunge livelli da smarrimento, da incredulità. Pensi che alle tue spalle sta per sorgere il sole, mentre davanti a te c’è ancora la luna piena. Ti gira quasi la testa. Ti senti una formica che sta correndo su una riproduzione gigantesca dell’icona principe del Tao, uno Yin Yang in 3D, che si compone dinanzi a te mentre lo attraversi. Anche se sei un inguaribile agnostico, un ateo convinto o semplicemente non te n’è mai fregato un cazzo di questioni spirituali, ti senti invaso da uno strano sentimento. E l’oggettiva potenza del momento, la potenza della natura al risveglio, prima che i traffici umani - a parte il tuo – la contaminino, ti impedisce di scacciarlo via ‘sto sentimento, questa serpeggiante tentazione mistica. Ed è così che vedi tra la macchia un varco. Intuisci un sentiero. E là, in cima alla collina, intravedi un passo. A questo punto sei fatto e, incurante dei rovi che ti carezzano braccia e gambe con un tocco alquanto acuminato, ti incammini verso la vetta, ubriaco ormai di trance mistica. Più ti addentri nella natura, più dimentichi i tuoi dubbi sulla reale esistenza di Dio. E’ solo arrivando alla vetta, però, che ne hai la certezza. Quando trovi un cancello di ferro con un cartello che dice “proprietà privata”a chiudere l’unica possibilità di valicare la collina, è allora che affermi finalmente a pieni polmoni - ancora affannati per la salita – la tua certezza. Sì, Dio esiste. Altrimenti, come esisterebbe il prosciutto di Parma?

2 commenti:

LaCò ha detto...

La chiusura di questo post è un capolavoro.

vix ha detto...

grazie Cocca:-*

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