venerdì 12 giugno 2009

Esserci.


Come, per esempio, Gaetan, coordinatore del centre d’urgence di Martissant 25, a Port au Prince. Con nessuna intenzione di passare per eroe, anzi.
Io non sono qui per salvare vite umane – dice – sono qui per capire come funziona.
Però, nel frattempo, Gaetan, aperto, gioviale, positivo, lavora tutti i giorni ad uno dei progetti più importanti di MSF ad Haiti - un centro attualmente in ristrutturazione, ma attivo 24 ore su 24- che accoglie e tratta la maggior parte dei casi di emergenza (pronto soccorso) non solo di Martissant, bidonville realmente desolante e sovraffollata, ma anche di gran parte della regione. Perché vuole capire dall’interno il meccanismo, dice. Intanto sta lì, e ha un ufficio stretto come una cabina del telefono, con un ventilatore sempre acceso per spostare l’aria afosa e opprimente del tropico, aggravata da un inquinamento estensivo e dalla depressione della zona - Martissant parte da un mefitico litorale e si arrampica a piastrellare con le sue baracche di cemento grigio le pendici dell'incombente montagna, resa franevole dalla disboscazione sconsiderata. Ci racconta, Gaetan, che in una sua precedente esperienza lavorativa, in un'organizzazione indirizzata allo sviluppo di paesi in condizioni arretrate, non era riuscito a soddisfare questa sua istanza di comprensione. Perché il suo ruolo, allora, lo portava soprattutto ad avere contatti con politici o tecnici che si limitavano a fare del bla bla inutile, giri di parole che tendevano a mascherare l’intenzione di conservare degli status quo più redditizi, perché consentivano di utilizzare le politiche economiche di sviluppo per sfruttare ulteriormente i potenziali beneficiari di quelle stesse politiche.
Molto meglio tenere un povero alla mercé della tua elemosina che dargli gli strumenti per imparare a diventare autosufficiente. Tanto più che l'elemosina che gli passi non arriva direttamente dalle tue tasche, ma da quelle dei contribuenti e dei donatori. E tu, organizzazione sedicente umanitaria, con l'iceberg nascosto di quell'elemosina ci campi da nababbo.
Invece, con il lavoro di MSF, soprattutto quello sul campo, Gaetan sostiene di aver avuto la possibilità di comprendere a fondo le dinamiche più intricate delle politiche socio-economiche dei paesi in via di sviluppo (si spera, ndr) in cui si è trovato ad operare. Magari questo non significa automaticamente che la situazione possa essere cambiata per il meglio, ma sicuramente dal punto di vista professionale ed umano, le intenzione prefissate sono messe in pratica in modo coerente e consistente. In modo più onesto, se non altro, più produttivo ed efficace, seppure non sempre risolutivo.
Questo, secondo me, è esserci. Davvero.
E nel mio libro - come dicono gli inglesi - fa una grande differenza.

1 commento:

fatacarabina ha detto...

Anche nel mio mondo fa la differenza :)

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