martedì 9 settembre 2008

Una botta de vita.


C'era una volta la crisi mistica. Oppure, veh, come si diceva? La chiamata, la vocazione. E la giuovane o il giuovane, correvano a ritirarsi in convento. Ora, rispettando tutte le scelte religiose, personalmente rispetto anche la mia di non apprezzarne alcune. Avendo avuto la ventura di ricevere un'educazione decisamente cattolica da delle giuovani (e meno giuovani, ma erano di più quelle giuovani) donne vestite di nero, chiamate Suore Stimmatine, posso confermare che hanno avuto un grande merito nello stimolare la mia idiosincrasia per le Religioni Organizzate e le loro "pratiche". E per quella della clausura, dell'eremitaggio, sono arrivato a sviluppare un certo giudizio, "diciamo" non completamente positivo. Ma trattandosi di un mix di miei pregiudizi e presunzioni, mi limito ad affermare che preferisco un rapporto più naturale con il divino, meno incanalato in labirinti di regole che sembrano talvolta contraddire l'ordine supremo espresso nella creazione, almeno per come appare ai miei modesti occhi di animale. Il voto di celibato è, by the way, una disciplina che richiede, a parer mio, un grado di maturità superiore a quello che può avere un/un’adolescente. Una maturità acquisita attraverso l’esperienza dell’atto che vai, consapevolmente, a sottrarre dal tuo bouquet funzionale di essere umano. Non una repressione ab ovo di una pulsione che è l’essenza stessa della vita su questa tera (co’ una ere). Non può esserci vera comprensione (intesa come capacità di contentere in sé) senza esperienza. Come non si impara a fare l’amore leggendo i manuali, non si può imparare a rinunciarci semplicemente per imposizione esterna. E, secondo me, senza un sostegno psicologico/medico/ spirituale adeguato, senza training indirizzati alla corretta canalizzazione delle roboanti energie vitali del primero chakhra, si rischia di forgiare dei mostri – a cominciare dai brufoli formato Etna per finire alle cause miliardarie per la pedofilia ecclesiastica americana. Fra l’altro, volendo proprio fare il causidico, rinunciare a qualcosa che non conosci non è poi tutto questo gran merito.

Tutto questo per dire che Suor Letizia*, qui sopra, ha fatto bene a ripensarci finché la natura è ancora dalla sua. Anche se con l’aiuto di un po’ silicone.

E’ sempre polvere. Farà sempre in tempo a ritornare tale.

* http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/gente/letizia-set/1.html

2 commenti:

LaCò ha detto...

A vedere Suor Letizia, per quanto aiutata dal silicone, mi pento di esser cresciuta atea.

vix ha detto...

ma perchè? pensa a quanta robba in più hai fatto tu dall'adolescenza a oggi? a che te serve esse così bona se nun te se ******* nessuno? o alle brutte qualche laido confessore?

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