venerdì 18 dicembre 2009

se famo du' spaghi.


oggi nientedadire, ieri nientedadire, domani nientedadire. questo minimalismo, macché, nichilismo, macché, soncazzismo, mi strema. allora, pe' nun sapé né legge' né scrive', posto una ricetta, ché la ricettazione mi dicono che frutta, e qualche volta verdura. mo', ho detto spaghi, ma ho cambiato idea, facciamo pennette, che si gestiscono meglio, anche nel riciclo - attenzione all'ambiente eh! - e, visto che ci sono, mi spingo a consigliare una pennetta di farro, magari demeter o alce nero, che regge bene la cottura. metto su l'acqua, senza esagerare - vedi sopra - anche perché una pasta integrale biologica non va lavata e poi scolata, ma cotta in una giusta quantità d'acqua che, recuperata con una scodella, potrebbe persino essere riutilizzata per un brodo. mentre l'acqua si lascia scaldare dalle carezze del fornello, io accarezzo un radicchio di chioggia, quello rosso e tondo, sfogliandolo con cura in una centrifughina per nettoyarlo come si deve. mentre le foglie scolano per bene, capo - sì capo, a roma se dice capo - un paio di spicchi d'aglio, li taglio, e li metto nell'oglio (bear with me)...rewind, allora, verso qualche cucchiaio di olio (straverggine d'oliva, chettoodicaffà) in una capace insalatiera - anche se fai la pasta per te o per due, l'inzalatiera ha da esse capace, per smucinarti meglio, piccina mia - i suddetti spicchi d'aglio, tagliati a metà per il lungo. pesto nel mortaio 6 o 7 bacche di ginepro e un pizzico di semi di finocchio, aiutandomi con una presina di sale grosso, che contribuisce a macinare gli aromi che dovranno ingentilire e alleggerire la necessaria portanza dell'aglio. spolverizzo il macinato di sale e spezie nell'olio, smucino con la forchetta - la frusta mi sembra eccessiva, per ora - con la quale spezzerò, sempre dentro l'olio ma solo se non posso farne a meno, un peperoncino rosso, piccolo, secco e piccante. ora il radicchio dovrebbe essere asciutto, lo strizzo delicatamente con le mano - plurale romano derivante dalla 4^ declinazione - e prendendone un po' di foglie per volta, arrotolandole come un involtino sul tagliere, le affetto fine fine fine, diciamo in striscioline di mezzo centimetro max. verso le suddette striscioline porpora e bianche nella marinatina che attende nell'insalatiera di cui sopra, arravugliandole con la forchetta nell'intingolo. l'acqua bollirà, quindi non vede l'ora di accogliere le pennette, ma prima verso una bella presona di sale, grosso, per farla trasalire di desiderio, blub blub blub. ora, mentre l'acqua fa il suo dovere, io faccio il mio, gratto il parmigiano, apparecchio e mi verso un paio di dita di rapitalà ghiacciato nel bicchiere, per accogliere la unio mystica di pasta e condimento con la giusta dose di ebbrezza iniziatica. scolo la pasta, la sgocciolo bene con un paio di colpi di polso e la verso fumante nell'acquasant...er nell'insalatiera, per far sì che il calore sublimi gli aromi senza far appassire i serpentelli porpora di radicchio. e smucino. e smucino. e smucino finché non mi appare che l'unione si sia compiuta e sia pronta per essere celebrata - un altro po' di vino - e consumata.
é una cosa che si prepara in poco tempo, ma non vuol dire che vada fatta in fretta. n'est ce pas?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti vedrei bene in una rubrica di cucina, decisamente bene!

fatacarabina ha detto...

oi altro che colazione, mi hai messo voglia di du spaghi :) bravo, come sempre :)

vix ha detto...

@ grazie cla, ci penso, devo allargare l'orizzonte, ma non è detto che non la faccia qui, per le amiche:)

@grazie fatushki, buon appetito - comunque provala, è facilissima e mantiene quello che promette. anzi per te, consiglierei un bel fusillo, sempre di farro, ma più capriccioso;)

prossima puntata, vediamo...una sorpresa

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