lunedì 22 ottobre 2012
C’era una volta il Gelato di San Crispino.
Improvvisamente, silenziosamente, in maniera un po’ carbonara, una ventina di anni fa, a Roma incominciò a circolare la voce di un gelato veramente speciale. La gelateria in questione - sarebbe meglio chiamarla il santuario - era decentrata, su una via di passaggio, piuttosto trafficata, ma scomodamente priva di parcheggio, fra due semafori. All’interno, poi, lo spazio fra il bancone e le porte era appena sufficiente per una riga – in senso militare – orizzontale di fedeli degustatori. Non mi avventurerò a ripercorre le tappe della scoperta dei gusti inarrivabili, all’epoca, del sorbetto alla pera, dell’eponima crema al miele o dello zabaione con marsala millesimato. Il sorbetto di mele al Calvados non andrebbe neanche nominato senza inchinarsi. Non narrerò della calma olimpica (forse un po’ asettica) con cui i due fratelli Alongi somministravano la preziosa ambrosia nelle anguste ancorché costosissime coppette – niente coni, perché qualsiasi conservante o colorante artificiale è tuttora bandito da questo tabernacolo della liturgia gelatiera. Ma la voce correva e in capo a qualche anno, oltre alla “farmacia” fra i palazzoni di via Acaia, il "Gelato di San Crispino" aprì un più indulgente spaccio nella prestigiosa zona Trevi, in via della Cancelleria. Poi arrivò, manco si trattasse di un flagship store di style design, persino il punto vendita all’aeroporto di Fiumicino. Di altre diffusioni persi, anche sdegnosamente le tracce. Un po’ per snobismo, un po’ perché i casi della vita non mi facevano più orbitare in quell’area. Un black out emozional/gustativo che si è interrotto qualche ora fa. E che è destinato a riprendere sine die, con l’aggravante della delusione del tradito. Proprio ieri che la combinazione ci portava in zona e avevo la possibilità, oltre che il desiderio, di iniziare mio figlio ad un’esperienza gelatiera superiore è arrivata la doccia fredda. Gelata sì, ma assolutamente insapore. La delusione di non trovare neanche nel negozio originario almeno uno dei fratelli era attenuata dalla previsione. Ma l’assoluta insipidezza dei tre gusti scelti, a fronte del consueto, se non maggiorato, esborso, è stata una delusione che mi ha bruciato in mano, finché non ho potuto digitare queste righe acide che condivido quanto prima possibile.
Nessuno è più vendicativo di un amante tradito, si sa.
A parte, forse, un amante tradito goloso.
San Crispino, se ci sei, prega per loro.
Io mi cercherò un altro santo gelataio.
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6 commenti:
Prova a consolarti da Mela e Cannella a via Oderisi da Gubbio.
O se vuoi un po' di glamour c'è sempre Grom.
Grazie della segnalazione, Cò, io ho apprezzato anche Ciuri Ciuri di piazza San Cosimato - so che è un franchising ma ho provato solo quella. Poi ce n'è una dalle parti mie che fa un pistacchio inarrivabile. Ma non condivido pubblicamente l'indirizzo :D
Anche a me piace molto Ciuri Ciuri a Piazza San Cosimato, quindi, credo che ti piacerà Mela e Cannella.
Per tua info sempre in Piazza San Cosimato c'è una nuova gelateria biologica nataurale che si chiama Fata Morgana, mai provata ma ha una bella faccia.
Ok, grazie della dritta, la prossima volta proviamo Mela e Cannella e Fata Morgana. E ti farò sapere.
Talvolta il gusto più dolce e saporito lo si ritrova solo nei ricordi. :)
Purtoppo, Vix, hai molta ragione. Troppa. :(
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