Ho in un angolo del cuore un mondo più piccolo, la memoria di casette a un piano su stradine strette e pulite, una periferia ordinata e tranquilla, poche macchine a coprire i muri, quando molti sono al lavoro e nessuno in giro. Una specie di paesino allargato, sia in città che in campagna, una campagna lontana dal traffico, un traffico per modo di dire. Un paesino da raggiungere con l’autostrada, un’autostrada formato giocattolo, con due corsie semivuote, con piccoli ponti di metallo verniciati di celeste, avvolti da campi pettinati e montagnole limpide. Un bisogno di decongestione, in un sogno di normalità. Un giro in centro nel deserto di luglio, una sosta al bar, con mia madre, per un’orzata o un latte di mandorla, il sapore dolce da trattenere a lungo. Il tepore di un pomeriggio, camminando controsole, con la voglia, quasi tentazione, di accoccolarsi sul marciapiede pulito, come una lucertola tranquilla.
Ecco, se entra in azione il cervello rettile, allora vuol dire che sono in regressione piena. Dicono che sia il cervello più egoista, quello degli stimoli belluini, aggressivi, di sopravvivenza primordiale. Un cervello preistorico, da anno zero. Anzi,da AnnoZero.
Vabbé,ritiro il paragone con la lucertola.
lunedì 25 gennaio 2010
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3 commenti:
Sempre metaforico, Vix! Ricordati che alle lucertole, la coda, ricresce solo una volta.. A no'ialtri mi sà che è ricresciuta troppo spesso..
bello - un cervello da anno zero -
:)
ooooh!Confinidiversi! Bentornato eh!:)
troppe cose ce so' ricresciute, ciabbiamo i calli dappertutto, soprattutto sulla coscienza.
ciao, mic:)
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