mercoledì 27 gennaio 2010

In nome della Repubblicità Italiana


Si fa un gran parlare di creatività, nel mio ambiente di lavoro. Ma è evidente, ed anche riconosciuto da molti, che una delle più praticate tecniche creative sia la mimesi, quando non la copia para,para,para, di idee altrui che abbiano - possibilmente, ma non necessariamente - già avuto successo. E' la famosa teoria del cerino usato: questo si è acceso, perché buttarlo via? "We are lazy sumbitches" biascicherebbe con la voce impastata di "Scaatch", qualche guru di Madison Avenue. La realtà è, suppongo, che oltre ad essere pigri siamo anche in larga parte smemorati. Altrimenti non si spiegherebbe come ricette vecchie di decenni - a volte di secoli - continuino a far presa su vaste fasce di persone, alcune delle quali hanno già avuto il "piacere" di essere esposte al pacco e persino al suo smascheramento.
In questa pubblicità degli anni '30 - colta sul ferratissimo e arrabbiatissimo Copyranter - è evidente l'assoluta mancanza di scrupoli nello spacciare una marchiana bugia, in sprezzo alla salute pubblica e in oltraggio alla sua intelligenza, per perseguire un interesse privato.
Scusa, scusa, come dici? Ti suona familiare? E' la forza della deviazione epistemologica, come spiega semplicemente qui hackernetwork003:
una bugia ripetuta ad oltranza diventa una verità.
Quindi, detenere un numero spropositato di casse di risonanza per propalare questa bugia è un vantaggio scorretto, al paese mio, no?
Ah, già, dimenticavo; questo non è più il paese mio.

martedì 26 gennaio 2010

La plafoniera divina





"Il cuore dell’uomo è come una plafoniera che copre la luce dell’anima. Quando la plafoniera è sporca, la luce, naturalmente, è fioca, offuscata. Quando il vetro viene ripulito, la luce aumenta. In effetti, la luce è la stessa. Il problema è la plafoniera sporca. Quando questa radianza risplende, ciò appare evidente non solo nell’atteggiamento e nell’espressione di una persona, ma anche nell’atmosfera immediatamente adiacente a questa persona, nell’aria che la circonda. La potenza dell’anima, per così dire, si proietta senza costrizioni verso l’esterno, e tutto ciò che è nell’immediate vicinanze sente questa energia."

Mi scuso per la libertà con cui ho tradotto questo piccolissimo estratto da "The Bowl of Saki" di Hazrat Inayat Khan. L'immagine era così chiara che mi è venuto naturale familiarizzarla. Soprattutto il titolo. Deformazione professionale.

lunedì 25 gennaio 2010

Memorie di una lucertola.

Ho in un angolo del cuore un mondo più piccolo, la memoria di casette a un piano su stradine strette e pulite, una periferia ordinata e tranquilla, poche macchine a coprire i muri, quando molti sono al lavoro e nessuno in giro. Una specie di paesino allargato, sia in città che in campagna, una campagna lontana dal traffico, un traffico per modo di dire. Un paesino da raggiungere con l’autostrada, un’autostrada formato giocattolo, con due corsie semivuote, con piccoli ponti di metallo verniciati di celeste, avvolti da campi pettinati e montagnole limpide. Un bisogno di decongestione, in un sogno di normalità. Un giro in centro nel deserto di luglio, una sosta al bar, con mia madre, per un’orzata o un latte di mandorla, il sapore dolce da trattenere a lungo. Il tepore di un pomeriggio, camminando controsole, con la voglia, quasi tentazione, di accoccolarsi sul marciapiede pulito, come una lucertola tranquilla.
Ecco, se entra in azione il cervello rettile, allora vuol dire che sono in regressione piena. Dicono che sia il cervello più egoista, quello degli stimoli belluini, aggressivi, di sopravvivenza primordiale. Un cervello preistorico, da anno zero. Anzi,da AnnoZero.
Vabbé,ritiro il paragone con la lucertola.

mercoledì 20 gennaio 2010

Non lo conoscevo mica.

Non lo conoscevo mica, quando l'ho incontrato. E manco lui a me, pensavo. Eppure a sentirlo parlare, boh, qualcosa risuonava familiare. Ma anche, non sapevo che stavo andando ad incontrarlo e avrei dovuto. Anche se poi, ve', non era proprio vero che non lo conoscessi. Era che non lo conoscevo con quel nome. E meno male; che poi, magari, facendo due collegamenti, mi sarei fatto frenare - fregare - dai pregiudizi e non ci sarei più andato. Che poi, che razza di pregiudizi superficiali - anche se, ditemi se ci sono dei pregiudizi profondi - manco sustanziati da letture, approfondimenti, macché. Robetta d'accatto. Voglio dire, qualsiasi altro modo di conoscere una realtà, diverso dall'esperienza diretta, tende a basarsi, inevitabilmente, sulle opinioni di altri. Comunque materiale di seconda mano. Qualunque sia la qualità e l'orientamento del giudizio ricevuto tramite una terza persona, una cosa è certa: quando ne fai la tua base per etichettare un'esperienza che non hai fatto in prima persona, è più corretto parlare di pregiudizio. E lui, cazzo, lì è stato bravo a fregarmi da subito. Ma mica perché voleva fregarmi, ve', che è solo un modo di dire. Mi ha fregato porgendomi la pistola puntata contro se stesso e dicendomi "non credere a Tizio, non credere a Caio, non credere nemmeno a me. fai la tua esperienza, poi non avrai più bisogno di credere." Facile, no? Sì, se ciai un paio di noci di cocco che ti fumano sotto, è facile, perché sai il fatto tuo. Di più, perché hai fatto la tua esperienza, anzi tutte le esperienze possibili e immaginabili in 59 anni di vita, e le hai fatte in modo totale, scientifico e senza pregiudizi. Immagino che qualche sgrugnata l'abbia presa anche lui, anche se la mia ridotta conoscenza della sua agiografia non mi permette di citarne che una. Raccontò una volta che, curioso come una scimmia come era - tutti i bambini sono curiosi, ello suppongo lo fosse in modo plurimo - chiese al suo papà cosa si provasse a fumare. Il suo papà, che evidentemente proprio normale non doveva essere - nel senso buono, eh! - gli comprò un pacchetto di sigarette. A chi non è successo? Certo, magari abbiamo avuto genitori più o meno inclini o avversi al fumo, ma son cose che succedono. Ma a nove anni, cazzo, mio padre non me l'avrebbe mai comprato - per fortuna - un pacchetto di sigarette. E invece il suo. Il punto cui mi interessava tornare a bomba era appunto il suo approccio, totale, come ho detto. Preso il pacchetto, l'aprì e se lo fumo' tutto di seguito. No, non fu' allora che si illumino', stette male da cani, naturalmente. Tossendo, sputando e vomitando, suppongo. Decidendo abbastanza facilmente, dopo questo approccio assolutamente sperimentale, empirico e diretto, che fumare non gli interessava and that was that. Fine. Mo' tutto questo panegirico scombinato perché ieri ricorrevano ventanni dalla morte di un uomo che mi ha cambiato la vita, senza che io lo abbia mai incontrato. Di persona voglio dire. Perché era morto tre anni prima. E oggi fanno quattordici anni dalla morte dell'uomo che la vita me l'ha data. Di cui non parlo qui, perché il suo ricordo è una cosa intima. A entrambi esprimo quotidianamente la mia gratitudine, un sentimento che, in tempi diversi e modi diversi, mi hanno insegnato a valutare sommamente. Se ti interessa un consiglio di un demente, stammi a sentire, investi in gratitudine. E' un valore che non smette mai di crescere, neanche in tempi di crisi. Basta non dare niente per scontato, e il gioco è fatto.
Ah, approposito: grazie di avermi letto.

lunedì 18 gennaio 2010

giovedì 14 gennaio 2010

BASTA POCO.

MSF ad Haiti from Alessandro Nucci on Vimeo.



PER AVERE UN'IDEA DI COS'ERA HAITI GIA' PRIMA DEL SISMA, FAVORITE OSSERVARE IL VIDEO REALIZZATO DA ALESSANDRO NUCCI.
QUESTE IMMAGINI SONO STATE GIRATE A MAGGIO SCORSO, NELLE RESTRITTIVE CONDIZIONI CHE AVEVO GIA' DESCRITTO QUI,QUI, QUI, E QUI.
SE SENTITE CHE VI PRUDONO LE MANI, POTRESTE ANDARE QUI. GRAZIE.

mercoledì 13 gennaio 2010

Terremoto a Haiti – MSF lancia una raccolta di fondi straordinaria

QUESTO POST E' UN COPIA E INCOLLA DAL SITO DI MSF


Terremoto a Haiti – MSF lancia una raccolta di fondi straordinaria
Terremoto a Haiti - MSF ha già curato oltre 900 feriti e lancia una raccolta fondi straordinaria per potere continuare a soccorrere le vittime del devastante terremoto
13/01/2010
(Port-au-Prince/Roma - ore 17.20)



Le equipe di MSF presenti a Haiti stanno curando centinaia di persone ferite dal terremoto e hanno installato ospedali da campo per sostituire gli ospedali danneggiati.
Il centro di salute di MSF a Martissant, in uno dei quartieri più poveri di Port-au-Prince, è stato evacuato dopo il terremoto poiché era danneggiato e instabile. I pazienti sono adesso ricoverati in tende nel cortile del centro di salute, e il personale medico sta gestendo un flusso di feriti provenienti dalla città. Gli operatori di MSF hanno già curato tra le 300 e le 350 persone, vittime di ferite da trauma e fratture. Tra loro vi sono 50 persone ustionate, alcune severamente, spesso a causa di bombole del gas per uso domestico scoppiate negli edifici che crollavano.
Nel centro di riabilitazione di Pachot sono state curate altre 300 / 400 persone.
In uno degli uffici amministrativi di MSF a Petionville, un altro quartiere di MSF, una clinica mobile ha ricevuto almeno 200 feriti.
Sempre più ricevono assistenza in ciò che era l’ospedale Solidarité di MSF, che è stato seriamente danneggiato.
Uno dei coordinatori di MSF, Stefano Zannini, è stato in giro per gran parte della notte tra martedì e mercoledì per valutare i bisogni nella città e lo stato delle strutture sanitarie. “La situazione è caotica. Ho visitato cinque centri medici, tra cui un grande ospedale, e molti di loro non erano funzionanti. Molti sono danneggiati e ho visto un numero incredibile di cadaveri. Alcune zone della città sono senza elettricità e le persone si sono riunite per strada, accendendo fuochi e cercando di aiutarsi e confortarsi a vicenda. Quando hanno realizzato che ero di MSF mi hanno chiesto aiuto, soprattutto per curare i loro feriti. C’era una grande solidarietà tra le persone nelle strade”.
Un altro coordinatore di MSF, Hans van Dillen, ha confermato che Port-au-Prince non è decisamente in grado di gestire un disastro di simili proporzioni. “Ci sono centinaia di persone che dormono in strada perché sono rimaste senza casa. Vediamo fratture aperte, ferite alla testa. Il problema è che non possiamo inviare i pazienti in luoghi dove possono ricevere cure chirurgiche appropriate”. Sono così tante le strutture mediche della città che sono state danneggiate che l’assistenza medica è gravemente insufficiente nel momento in cui i bisogni medici sono così elevati.
Ma MSF sta inviando altri operatori umanitari nel paese: nei prossimi giorni dovrebbero arrivarne 70. MSF sta inviando un ospedale da campo da 100 posti letto, con un’unità chirurgica gonfiabile contenente due sale operatorie e sette tende per i ricoveri. Tra gli operatori in arrivo ci sono anche dei nefrologi che cureranno le persone vittime della sindrome da schiacciamento. Tuttavia, i trasporti sono ancora complicati e non è ancora chiaro se le scorte e gli operatori umanitari dovranno passare attraverso la vicina Repubblica Dominicana.
MSF è preoccupata per alcuni dei propri operatori: sono 800 quelli presenti a Haiti, e non tutti sono stati ancora rintracciati a causa delle difficoltà di comunicazione e della distruzione generale.

Medici Senza Frontiere lancia una raccolta fondi straordinaria per potere continuare a soccorrere le vittime del devastante terremoto che ha colpito Haiti.
I fondi raccolti verranno utilizzati sia per rispondere all’emergenza in corso, sia per i progetti ordinari di assistenza medica una volta che sarà terminata la fase di emergenza. MSF lavora a Haiti dal 1991.

Per contribuire all’azione di soccorso di MSF a Haiti:
• carta di credito telefonando al numero verde 800.99.66.55 oppure allo 06.44.86.92.25
• bonifico bancario IBAN IT58D0501803200000000115000
• conto corrente postale 87486007 intestato a Medici Senza Frontiere onlus causale Terremoto Haiti
• on line sul sito di MSF

martedì 12 gennaio 2010

Mystic mist

Guidare nella nebbia, ho pensato incontrandola stamattina, è un po’ come attraversare la vita con tocco di consapevolezza in più. Consapevolezza del fatto che il presente è l’unico tempo che esiste veramente. La visuale limitata ad un raggio di azione temporaneamente ristretto è molto più realistica, o meglio, meno illusoria, di un panorama che si estende a vista d’occhio. Uno è molto più attento a quello che accade momento per momento. I contorni sfumati che assumono gli elementi del paesaggio, anche il più consueto, non solo aggiungono mistero e fascino all’itinerario abituale, ma invitano ad una maggiore attenzione, suggeriscono mutabilità, impermanenza, centratura. Non si dà niente per scontato, quando si guida nella nebbia. Non ci si fa distrarre dai dettagli, si è concentrati e, se la densità non è eccessiva, la vista è persino più rilassata. I pensieri - ho notato mentre guidavo nella nebbia - hanno un potere ridotto di trascinarmi altrove, in una di quelle trance funzionali in cui, quotidianamente, attraverso grosse porzioni della mia esistenza. La presunta noiosità di un tragitto – presunta, pregiudiziale e proiettata – porta la mente a cancellarlo come esperienza sensibile, sostituendolo con un sogno ad occhi aperti. La differenza è che nel primo caso al volante c’è un essere umano, nel secondo un robot. Con progetti, ideali, magari anche con pulsioni emotive, sentimenti. Tutte belle cose, ma completamente assenti. O meglio, non presenti in quel momento; proiettate in avanti oppure ripescate all’indietro. Anche ora, potrei obiettarmi, ricordandomi della nebbia che ho attraversato stamattina, non sono presente. Forse, ma sono meno pericoloso.

giovedì 7 gennaio 2010

I dinosauri

Papà, come si chiamavano i dinosauri? - cusioso

In che senso, amore, di nome? Tipo, Filippo…- evasivo

Noo – spazientito – tipo Tirannosauro…

Aaah, certo…-
esitante – Tirannosauro, Brontosauro, Spinosauro…

E poi?
– curioso

Aehm…poi, poi, no…-reticente

Noo? Non lo sai?! – sdegnato e disperato

Noo, volevo dire…- arrampicato - Nollosauro…

Nollosauro? – incredulo

Certo, Nollosauro, Selosauro, Dillosauro…- vaghissimo

E poi?- avido e fiducioso

Eh, Celosauro, Fregosauro, Semprosauro – compiaciuto

Ooh – sorpreso – e poi, e poi?

Mhh, aspetta un attimo…sì, Tontosauro e Grullosauro. E Finosauro: che è stato l’ultimo. E poi basta! Si sono estinti. – definitivo

Ah! – perplesso

….

…..

….

Papà? - innocente

Sì, amore?- tronfio

Malosauro che sei proprio Stronzosauro?


Ogni riferimento a fatti e a persone reali è altamente probabile. E' solo una questione di tempo.

martedì 5 gennaio 2010

Just in case tips

sarò breve. buon anno.

on second thought, avevo qualche breve tips - scusemuà il grammelot, ma il tasso alcolemico è alterato quasi quanto quello glicemico, lipidico, colesterolico, pardecoionico - da fine vacanze di natale.
a) se per caso, ma proprio per caso, gli eccessi alimentari e libagionici avessero ingenerato un incrollabile stupor, contrassegnato da sorriso ebete e illusione di ottimismo, posso consigliare la lettura di "the road", vergato da Cormac McCarthy due anni fà e in predicato di andare nelle sale cinematotragiche a breve. se vi capita di essere padre di un bambino, vi passa subito la voglia di sorridere. eccosì il ghigno ebete ce lo siamo tolto dai coglioni, già dalle prime pagine.

b) se poi la vacanza, l'astensione dal lavoro, il tempo libero, le succitate libagioni, avessero per caso - ma sempre per caso, eh! - suscitato inusitata o esagerata baldanza pelvica con annessi eccessi di pratiche oltremodo scomode, consumate fra divano e corridoio, mi permetto di raccomandare l'affitto e la successiva visione di "antichrist" del brillante Lars Von Trier. un pizzico di comprensibile misoginia ridurrà a più miti consigli i maschi più focosi. per le signore non ho consigli in serbo, ma in italiano direi: vedetelo da sole.

c) masseppoi, proprio non volete smettere di festeggiare - di celebrare, diciamo noi che frequentiamo certi ambienti - la vita, questo arzigololato minestrone pirotecnico di tiramisù e panequotidiano, vi svelo una scoperta, che magari non è una scoperta per voi viveur ( ma anche viveuse, che lo so che ci tenete, voi signore, ed io ci tengo a voi) però lo è per me, ingenuo ex ragazzo di periferia. anzi vi dirò di più, mi assumo l'ardire di chiamarla invenzione - nel senso di trovata - questa energizzante mistura: El Cubanocho*, ladies and gentlemen.
Como se fa? Simple! (scusa Cla:-) Se toma un bel tumbler (ma io lo faccio coi bicchieri da acqua dell'Ikea e viene bene lo stesso), ci si versa un bel ditozzo abbondante di Bacardi Reserva (o comunque un ron vero, ambrato e speziato, no l'acquetta profumata), ci si spreme qualche goccia di limone e si rabbocca fino all'orlo - quindi, altri 3/4 di bicchiere - con Chinotto Neri, no less (niente Chinò o altre cianfrusaglie, nemmeno il presidio che vendono sempre all'Ikea). Magari l'avevate già inventato voi, bravi, brave! Io però lo brevetto, quindi, ocio! Anzi ocho, che se lo spacciate per vostro, vi vengo a tirare i piedi quando dormite.

Ah, non sono stato breve. Sticazzi. A che serve avere un blog altrimenti. Enjoy, queriditos/as!

*El Cubanocho es una creacion del Vix, no te pase por la cabeza de millantarlo con alguno, hombre o mujer que sia, claro?

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